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Giornata Mondiale contro il Cancro Infantile – 2011

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L’amore è cura……. 

articolo a cura di:

Dott.sa Rosita Mucci
Dott.sa Giulia di Tecco

 

“””…omissis…La giornata ha puntato l’attenzione sulla ricerca medica e scientifica in oncologia pediatrica, come sfida continua e costante alla cura del cancro infantile, purtroppo con un incidenza di aumento negli ultimi 30-40 anni , nella maggior parte di paesi occidentali. Alla luce di ciò, se comunque ad oggi l’80% dei malati di cancro infantile può aspettarsi di sopravvivere, è sicuramente grazie agli enormi miglioramenti nella diagnosi e nella cura. Poiché il miglioramento dei risultati si è spesso accompagnato ad un aumento della complessità delle cure, l’ AIEOP ha dunque posto tra i suoi obiettivi, l’innalzamento degli standard assistenziali, forniti dai centri che aderiscono all’associazione.
Questo risultato viene perseguito, come dichiarato dal Dott. Fulvio Porta (Presidente AIEOP), mettendo in atto procedure che valutano le risorse dei centri aderenti, con l’obiettivo di ridurre le criticità ed assicurare ai pazienti, che la qualità delle cure ricevute, segua uno standard condiviso. In tal senso dunque, la ricerca scientifica e la compromissione di meccanismi molecolari, che sottendono alle diverse forme di tumore, hanno consentito di ottimizzare l’approccio terapeutico, con la possibilità di utilizzare terapie mirate, a bersagli molecolari ben definiti.
Questo ha dato la possibilità di agire selettivamente solo sulle cellule cancerose, risparmiando i tessuti “sani” di un soggetto malato. Così è stato possibile riservare le terapie più aggressive e complesse solo a coloro che realmente necessitano di cure aggressive.
E’possibile affermare dunque, che negli anni si è passati da un’ oncologia “organizzata”, a una “personalizzata” più mirata ai bisogni e alle caratteristiche di ogni singolo bambino malato. L’attenzione degli interventi, è stata rivolta inoltre, anche all’assistenza psicologica e sociale del bambino e della sua famiglia.
Prevenire infatti danni psicologici e sociali, è diventato parte integrante dell’approccio terapeutico.
E’ ormai accettato e riconosciuto, che non è sufficiente trattare il bambino malato solo in termini medico-sanitario. Il bambino infatti, è fortemente stressato, non solo dalla malattia, che provoca enormi e continui cambiamenti fisici, ma anche dall’ allontanamento dal proprio ambiente quotidiano durante i periodi di ospedalizzazione. Il cambiamento dell’ atteggiamento di chi lo circonda, e l’attenzione minuziosa e costante di chi lo accudisce (famiglia..),innesca nel bambino dei meccanismi a livello psicologico e sociale molteplici e complicati.
L’ umanizzazione della cura attraverso un approccio multidisciplinare comprensivo di sostegno psicologico al bambino e alla famiglia, diventa quindi una necessità.
Lo psicologo permette di alleviare le problematiche emotive, di abbattere la solitudine della malattia, ascoltare e contenere i bisogni, e permettere il recupero di parti vitali del sé.
Di fronte alla complessità di tante variabili , all’arrivo “come un fulmine a ciel sereno’’ della malattia all’interno di un nucleo famigliare, l’equipe non può quindi che personalizzare di volta in volta, il sostegno e la cura, per il benessere fisico e psicologico di tutta la famiglia e per primo del piccolo paziente oncologico.
Ecco perché, l’importanza di avere nuovi fondi per finanziare borse di studio per i giovani psicologi /ghe che si avvicinano e intendono essere parte integrante di questa dura realtà.”””